Fonte: Lu. 1,59
All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: “No, si chiamerà Giovanni”. Le dissero: “Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome”. Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: “Giovanni è il suo nome”. Tutti furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: “Che sarà mai questo bambino?” si dicevano. E davvero la mano del Signore stava con lui.
Alcuni degli eventi curiosi che usiamo definire "coincidenze", possono essere invece il segno d'una profonda sintonia con le cose e con gli altri. Quando si verificano queste circostanze non stupiamoci più di tanto: diamo maggior valore, piuttosto, a ogni potente fonte d’ispirazione e badiamo a consolidare i nostri rapporti più intensi ed esclusivi assecondando chi ne è parte o chi ne è addirittura protagonista.
se siamo davvero certi che l’intuizione ci stia portando sul giusto cammino e se non abbiamo dubbi sulla convenienza di ciò che intendiamo fare, procediamo con decisione: anche a costo di doverci categoricamente imporre.
Chi non crede nelle coincidenze, le perde!
Alessandro Morandotti