Fonte: Lu. 1,34
Allora Maria disse all'angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l'angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l'angelo partì da lei.
Pronunciamo la parola "impossibile" troppo spesso, quasi che possa ripararci lei sola dall’obbligo d’un confronto con noi stessi o con gli altri. In realtà l’impossibile somiglia a un cappio legato troppo stretto attorno al collo di chiunque sappia essere davvero onesto con se stesso. E se le accettassimo - dunque - le nostre responsabilità, per grandi che siano?
nessuna scusa é abbastanza buona per dichiarare aprioristicamente “forfait”. L’essenziale é buttarsi nell’impresa essendo, però, i primi a confidare in noi stessi.
Impossibile? C'è qualcosa d'impossibile? Leggete i giornali.
Arthur Wellesley Duca di Wellington